Il sapone è una specie di intermediario, capace di rompere l’incomunicabilità chimica tra l’acqua e i grassi, che nasce dalla contrapposizione di due concezioni socio-chimiche profondamente diverse.
L’acqua è un menage à trois tra due idrogeni (H) e un ossigeno (O), che fanno società mettendo in comune i propri elettroni. Ne viene fuori una relazione chimica piuttosto stabile e una molecola – H2O – elettricamente neutra e con tutte le ragioni del mondo per essere appagata.
Tuttavia, sotto l’apparente serena neutralità si nasconde una certa turbolenza elettrica.
L’ossigeno, infatti, quando non visto, tende a tirare dalla sua parte gli elettroni comuni – che sono carichi negativamente – e accumula quindi una parziale carica negativa. La coperta elettronica però è troppo corta e lascia parzialmente scoperti i due idrogeni, che si ritrovano ciascuno con una piccola carica positiva.
L’ossigeno, infatti, quando non visto, tende a tirare dalla sua parte gli elettroni comuni – che sono carichi negativamente – e accumula quindi una parziale carica negativa. La coperta elettronica però è troppo corta e lascia parzialmente scoperti i due idrogeni, che si ritrovano ciascuno con una piccola carica positiva.
Più che H2O quindi, +H2O-.
A causa della loro ambiguità chimico-sessuale, le molecole d’acqua possono accoppiarsi elettricamente l’una con l’altra in tutte le possibili combinazioni. E lo fanno di continuo.
Ma c’è di più. Quando una molecola con carica positiva (uno ione positivo) si immerge in acqua, viene circondata da una moltitudine di ossigeni dall’affascinante carica negativa, che si comportano come se fossero liberi, ma che in realtà sono parte di altrettante molecole d’acqua.
Con gli ioni negativi succede la stessa cosa, ma in questo caso sono gli idrogeni a fare gli onori di casa.
Quindi, qualsiasi ione si trova perfettamente a suo agio circondato da molecole di H2O: per questo si dice che è solubile in acqua.
La cosa più interessante è che anche molte molecole neutre (per esempio gli zuccheri) sono sensibili alle lusinghe dell’acqua. Anche loro infatti hanno pulsioni elettriche sotterranee – derivate da squilibri nella distribuzione degli elettroni – che creano sacche locali di positività e negatività. Queste vengono sfruttate facilmente dall’H2O che – come il travestito bisex del Rocky Horror Picture Show – dà a ognuno quello che più desidera: una carica di segno (sesso) opposto.
-"Mi hai usato." -"Ti è piaciuto." Preso da funnyforgirls.com |
Quando per disgrazia finiscono nell’acqua, i grassi si ritraggono istintivamente dalle piccole provocanti molecole, per le quali non sentono alcuna affinità. Le molecole di H2O, a loro volta, comprendono presto l’impossibilità di un approccio sensuale e li abbandonano a se stessi.
Il risultato è la completa emarginazione dei grassi, che si rinchiudono in gocce-enclave, galleggianti o attaccate a qualche rassicurante superficie (come il fondo di una padella).
I grassi sono pertanto insolubili in acqua.
Il sapone è una specie di ibrido, con un corpo da grasso e una testa carica negativamente. Quando si trova dall’interno di una saponetta, la sua carica negativa è tappata da quella di uno ione positivo (in genere sodio o potassio). Non appena il sapone si scioglie, lo ione positivo si dilegua, perso nelle tentazioni dell’acqua.
Lasciato a se stesso, il sapone pensa a difendersi dalla fastidiosa presenza delle molecole di H2O che lo circondano. A causa della sua notevole somiglianza coi grassi, infatti, condivide buona parte della loro repulsione per l’acqua.
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Ma il fatto di possedere una carica negativa a una estremità gli permette di tollerare la situazione molto meglio. Le molecole di sapone si distribuiscono una accanto all’altra a formare una sfera, con la parte carica all’esterno, a contatto con l’acqua, e la parte grassa rivolta verso l’interno, che diventa una specie di club dell’unto nel quale nessuna molecola d’acqua si sognerebbe mai di avventurarsi. La facciata carica negativamente si trova però perfettamente a suo agio con le molecole di H2O: per questo il sapone si dissolve così bene in acqua.
Quando i grassi di una macchia di unto, abbarbicata sulla sponda di un tegame, incontrano una sferetta di sapone, provano lo stesso sollievo di un alluvionato che, dal terrazzo di una palazzina assediata dalle acque, avvista una barca della protezione civile. Una volta penetrati all’interno delle sfere di sapone – protetti dall’ostile mondo acquoso da una corazza di cariche negative – i grassi possono finalmente rilassarsi, e lasciarsi trascinare via dalla corrente.
Altre Fonti
Non ti manca certo la fantasia! ☺
RispondiEliminaSulla solubilità in generale si leggono in giro parecchie buone cose, ma il taglio che dai ai tuoi post li rende assolutamente particolari e piacevoli.