13 novembre 2012

Come funziona il viagra

Questa è la versione breve del post. Se vuoi maggiori informazioni prova a leggere la versione più approfondita.
 

Oramai, negli Stati Uniti, l’impotenza non è più considerata una colpa, ma una malattia. Una malattia con un nome più scientifico e meno umiliante (disfunzione erettile), e per la quale esiste una terapia efficace. E se ha una causa e una terapia, e magari anche un bel nome, una malattia ha tutta un’altra dignità, e così anche chi ne soffre.

L’impotenza è un problema di circolazione sanguigna. Il sangue arriva al pene da un’arteria ed esce da una vena. Normalmente, l’arteria è abbastanza contratta e fa passare solo la quantità di sangue necessaria a rifornire i tessuti, la quale poi fuoriesce utilizzando la vena. Con l’eccitazione sessuale, l’arteria si dilata, lasciando entrare fiotti di sangue nelle cavità del pene, i tenebrosi corpi cavernosi. Il sangue che entra dovrebbe poi uscire attraverso la vena, se non fosse che il pene, aumentando di volume, comprime la vena e blocca quasi del tutto la fuoriuscita del sangue, che si accumula e produce un’erezione. Dei problemi di circolazione possono impedire all’arteria di dilatarsi, facendo abortire l’erezione sul nascere.


Il rimedio più artigianale per l'impotenza, brevettato nel 1913, è un cilindro a tenuta stagna collegato a una pompetta, dentro il quale si infila il proprio membro (o anche quello di un altro). Usando la pompa si crea il vuoto (e quindi un abbassamento della pressione) nel cilindro e nel pene, il che provoca un afflusso massiccio di sangue. Ottenuta l’erezione, si mette una specie di elastico alla base dell’organo per evitare che il sangue defluisca e si può disporre dell’erezione così ottenuta per una mezz’oretta (ma non di più, altrimenti il pene inizia a prendere un colorito cianotico da soffocamento). A parte il fatto che per motivi idraulici la base dell’organo non si irrigidisce (il che crea un effetto joystick), il sistema funziona egregiamente ed era ancora abbastanza utilizzato a metà anni novanta.



Un altro modo per procurarsi un’erezione è quello di iniettarsi uno specifico farmaco nel pene. L'autore di questa scoperta, il bizzarro fisiologo inglese Giles Brindley, la presentò nel 1983 all’American Urological Association. Il suo intervento fu leggendario. Brindley si iniettò il farmaco poco prima di salire sul palco poi, durante la sua presentazione, si abbassò pantaloni e mutande, mostrando ad un centinaio di urologi scioccati (e ad alcune loro consorti presenti in sala) il risultato dell’iniezione: una erezione completa, ovviamente indipendente da stimoli sessuali. In un mondo che credeva l’impotenza un disturbo di natura psicologica, quella scoperta fece l’effetto di un terremoto.



Un altro terremoto, di intensità ancora maggiore, si scatenò circa dieci anni dopo, con l'introduzione del viagra.

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Quando il cervello decide, più o meno a ragione, che è giunto il momento di eccitarsi, invia un segnale al pene, ordinando alle cellule dell’arteria di produrre una molecola chiamata GMP ciclico. Questa carismatica molecola si occupa poi in prima persona di far rilassare le cellule muscolari, permettendo la dilatazione dell’arteria, l’aumento del flusso sanguigno e l’erezione. Ma la sua azione è strettamente controllata da una proteina chiamata fosfodiesterasi 5, che di mestiere fa solo questo: inattivare il GMP ciclico.

Finché dura l’eccitazione, la produzione di GMP ciclico è molto rapida e la fosfodiesterasi non riesce a contrastarla: l’erezione monta. Ma il cervello è imprevedibile e ci mette niente a distrarsi, anche nel bel mezzo di un’accaldata sessione di preliminari. Privato degli stimoli sessuali che ne sostenevano la produzione, il GMP ciclico soccombe rapidamente sotto i colpi della fosfodiesterasi. Con lui muore l’entusiasmo: l’arteria si chiude a riccio e il pene si prosciuga come una prugna secca. Addio erezione. A quel punto si potrebbe tentare di spiegare che si è trattato solo di un disguido idraulico: ma la brutta figura resta irrimediabile.
Il viagra agisce al cuore del problema: la fosfodiesterasi 5. Il farmaco si infila dentro la proteina, bloccandone gli ingranaggi e di fatto inattivandola. Libero dall’incubo fosfodiesterasi, il GMP ciclico ha una vita più lunga e tranquilla, il che rende il flusso di sangue (e dunque l’erezione) più stabile, costante e affidabile. Ben vengano adesso i piccoli inconvenienti dell’amore, un occasionale sentore di stalla, l’eccessiva peluria in un punto strategico: un uomo virile non teme queste minuzie! L’erezione è al sicuro.
Il viagra è ovviamente rivolto anche ai casi più gravi, per i quali anche iniziare un’erezione è un’impresa titanica. Supposto che ci sia un minimo di desiderio sessuale, di solito anche in questi casi il farmaco è efficace.

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Questa è la versione completa del post. Se ti sembra una noia mostruosa, prova a leggere la versione semplificata.


In una nazione dove il presidente del consiglio ha per hobby l’organizzazione e la fruizione di orge, in un paese come l’Italia ancora fortemente maschilista, la virilità ha un’importanza capitale. Certo, anche il concetto di virilità si è evoluto e ormai non è più in contraddizione, per esempio, con il vestirsi di rosa. Ma l’attributo principe dell’uomo virile, la potenza sessuale, è tuttora un baluardo inattaccabile. E sono sempre pochi quelli che parlano di impotenza.
Eppure negli ultimi anni le cose sono cambiate, almeno negli Stati Uniti. Chi soffre di impotenza non ne soffre più come di una colpa, ma come di una malattia, una malattia dal nome più scientifico e meno umiliante: la disfunzione erettile.
E poi c’è una terapia efficace. E se ha una causa e una terapia e anche un buon nome, una malattia ha tutta un’altra dignità (e anche chi ne è malato). Così è stato per la gastrite e la demenza senile e così sarà forse anche per la calvizie, le flatulenze e il berlusconismo.
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L’impotenza è un problema di circolazione sanguigna. Il sangue arriva al pene da un’arteria ed esce da una vena. Normalmente, l’arteria è abbastanza contratta e fa passare solo la quantità di sangue necessaria a rifornire i tessuti, la quale poi fuoriesce utilizzando la vena. Quando interviene l’eccitazione sessuale le cose cambiano. L’arteria riceve l’ordine di rilassarsi e si dilata lasciando entrare fiotti di sangue nelle cavità del pene, i tenebrosi corpi cavernosi. A rigor di logica, il sangue che entra dovrebbe poi uscire attraverso la vena. Ma il gonfiore crescente crea un effetto simile a quello dei sacchetti per fare i cubetti di ghiaccio, che quando sono pieni non lasciano più uscire l’acqua. Il pene, aumentando di volume, comprime la vena e blocca quasi del tutto la fuoriuscita di sangue: si ha l’erezione. Ma se per problemi di circolazione o per qualsiasi altro motivo l’arteria non risponde agli ordini e non lascia passare il sangue, l’erezione abortisce.

Il metodo storico per ovviare ai problemi di impotenza, ideato nel 1600 e brevettato nel 1913, consiste nell’infilare il membro da stimolare dentro un cilindro a tenuta stagna collegato ad una pompetta. Man mano che si pompa, si crea il vuoto e quindi un abbassamento della pressione nel cilindro (e nel pene) che provoca un afflusso massiccio di sangue. Ottenuta l’erezione, si mette una specie di elastico alla base dell’organo per evitare che il sangue defluisca (come si fa con il laccetto emostatico per i prelievi di sangue) e si può disporre dell’erezione così ottenuta per una mezz’oretta (ma non di più, altrimenti il pene inizia a prendere un colorito cianotico da soffocamento). A parte il fatto che per motivi idraulici la base dell’organo non si irrigidisce (il che crea un effetto joystick), il sistema funziona egregiamente ed era ancora abbastanza utilizzato a metà anni novanta.
Un altro modo per procurarsi l’erezione è quello di iniettarsi uno specifico farmaco nel pene. Fu il bizzarro fisiologo inglese Giles Brindley ad arrivare a questa rivoluzionaria scoperta, dopo aver testato sul suo stesso membro 33 farmaci, attivi sulla circolazione sanguigna. La presentazione della sua scoperta al meeting dell’American Urological Association del 1983 resta un momento indimenticabile nella storia della scienza. Brindley si iniettò il farmaco poco prima di salire sul palco e ad un certo punto durante la presentazione si abbassò pantaloni e mutande, mostrando ad un centinaio di urologi scioccati (e ad alcune delle loro consorti presenti in sala) il risultato dell’iniezione: una erezione completa, indipendente da stimoli sessuali.
In un mondo che credeva l’impotenza un disturbo di natura psicologica, quella scoperta fece l’effetto di un terremoto (e non solo per il modo in cui era stata presentata).

Certo questi metodi offrivano una soluzione, ma una soluzione praticabile solo in casi di disperazione estrema, non solo del paziente ma anche del partner. Quando trapelò la notizia che la Pfizer stava ultimando i test clinici su una miracolosa pillola contro l’impotenza, l’intera comunità fu scossa da un'ansia febbrile. Poco dopo, la loro attesa ebbe fine: era arrivato il viagra.

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Disfunzione erettile - Disposto a lavorare per viagra
Per capire come funziona il viagra bisogna tornare più in dettaglio sul meccanismo che porta all’erezione. Quando il cervello decide, più o meno a ragione, che è giunto il momento di eccitarsi, invia un segnale direttamente al pene e ordina alle cellule dell’arteria di produrre una molecola chiamata GMP ciclico. Questa carismatica molecola si occupa poi in prima persona di far rilassare le cellule, permettendo la dilatazione dell’arteria, l’aumento del flusso sanguigno e l’erezione. Ma la sua azione è strettamente controllata da una proteina chiamata fosfodiesterasi 5, che non può soffrire il GMP ciclico e lo attacca senza sosta, inattivandolo.
Finché dura l’eccitazione, la produzione di GMP ciclico è molto rapida e la fosfodiesterasi non riesce a contrastarla: l’erezione monta. Ma il cervello è imprevedibile e si lascia folgorare a volte da pensieri inopportuni e morbosi che causano il raffreddamento degli spiriti più ardenti, magari nel bel mezzo di un’accaldata sessione di preliminari. Privato degli stimoli sessuali che ne sostenevano la produzione, il GMP ciclico soccombe rapidamente sotto i colpi della fosfodiesterasi. Con lui muore l’entusiasmo e subentra il panico: l’arteria si chiude a riccio e il pene si prosciuga come una prugna secca. Addio erezione. A quel punto si potrebbe tentare di spiegare che si è trattato solo di un disguido idraulico, di un rubinetto chiuso che doveva essere aperto: ma la brutta figura resta irrimediabile.
Il viagra agisce al cuore del problema: la fosfodiesterasi 5. Il farmaco è in pratica un’esca che si infila dentro la proteina, bloccandone gli ingranaggi e di fatto inattivandola. Libero dall’incubo fosfodiesterasi, il GMP ciclico ha una vita più lunga e tranquilla, il che rende il flusso di sangue (e dunque l’erezione) più stabile, costante e affidabile. Ben vengano adesso i piccoli inconvenienti dell’amore, un occasionale sentore di stalla, l’eccessiva peluria in un punto strategico: un uomo virile non teme queste minuzie! L’erezione è al sicuro.
Il viagra è ovviamente rivolto anche ai casi più gravi, per i quali anche iniziare un’erezione è un’impresa titanica. Supposto che ci sia un minimo di desiderio sessuale, di solito anche in questi casi il farmaco è efficace.

Il viagra è dunque un inibitore specifico della fosfodiesterasi 5. La specificità è molto importante, perché di fosfodiesterasi in giro per il corpo ce ne sono parecchie e con funzioni anche di tutto rispetto e di grande utilità. La fosfodiesterasi 6, per esempio, si trova nelle cellule della retina e influenza la nostra vista e in particolare la percezione dei colori. Sfortunatamente, pur preferendo la fosfodiesterasi del pene, il viagra si lega a volte anche a quella dell’occhio, disturbandone l’azione. Di conseguenza la visione si confonde e gli oggetti prendono un’aura luminosa e tendente al blu. Già nel 1998 (anno di uscita del viagra) un venditore di auto usate del New Jersey fece causa alla Pfizer perché, tornando imbottito di viagra da un appuntamento romantico andato male, aveva iniziato a vedere scie di luce blu venir fuori dalle sue dita, il che lo aveva talmente sconvolto da farlo andare a sbattere contro delle auto parcheggiate. Il poveretto perse la causa, non riuscendo a dimostrare la connessione tra viagra, luce blu e incidente.
Il cialis, principale concorrente del viagra, funziona con lo stesso meccanismo ma utilizza una molecola strutturalmente diversa che non sembra dar noie alla fosfodiesterasi 6: per questo non provoca visioni di omini blu come effetto collaterale.
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VENDITE DI VIAGRA
Il viagra e i suoi fratelli sono stati prescritti a milioni di uomini nei soli Stati Uniti. A questi si aggiungono quelli che comprano su internet pillole d’importazione a basso prezzo e contenuto dubbio. Il mercato è enorme, in USA e in tutto il mondo. Ci si chiede come sia possibile, se nessun uomo ha mai avuto problemi di erezione?

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Altre fonti
  

2 commenti:

  1. ottimo esempio di divulgazione

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  2. Ma che bello leggere, informarsi (correttamente) e contemporaneamente farsi anche due risate!!!

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